Chi scrive sa bene quanto sia difficile dire addio a un personaggio. Un lettore quasi sempre distingue la realtà dalla fantasia, uno scrittore non può permetterselo: deve per forza confondere i due piani, se vuole essere credibile. Per questo, non basta restare in superficie a fantasticare, bisogna essere ossessionati fino alla paranoia dai propri personaggi e dalle loro storie, fondersi e confondersi con loro, fino a diventare tutt’uno. Ecco perché Frenc mi mancherà, perché con la sua storia finisce anche un pezzo della mia. Sono stato per mesi in sua compagnia, mi sono lasciato guidare dai suoi occhi, attraverso cui ho potuto narrare il mio punto di vista nei confronti dell’intelligenza artificiale. L’ ho fatto narrando ironicamente le sue vicenda, ma chi ha letto i miei libri ha trovato molti spunti di riflessione sulle questioni etiche, filosofiche e sociali che bisognerebbe porsi, prima di lanciarsi come esaltati nel vuoto della tecnica. Adesso è arrivato il momento di dedicarsi ad altro: la storia del mio personaggio non ha più nulla da raccontare. Bisogna capire in tempo quando fermarsi, per non cadere nella tentazione di diventare stucchevoli e scontati.Mi mancherai, Frenc, mi mancheranno le tue visioni strampalate del mondo, il tuo senso di inadeguatezza, la tua autoironia, il tuo sassofono e le tue battaglie anarchiche per la libertà. Non potrò mai perderti del tutto, perché ci siamo scambiati la pelle, ci siamo intuati, come avrebbe detto Dante. Chi fosse stufo di regalare a Natale i soliti oggetti inutili, scontati o, peggio, indesiderati, quest’anno può fare un regalo che accomuni tutt’ e tre le cose contemporaneamente: la trilogia di Arcadia. Per il momento è solo su Amazon, ma chissà… forse, nel 2025 sarà possibile trovarlo in qualche libreria di periferia, perché Frenc si sarebbe tenuto alla larga da tutti i posti borghesi e altolocati. A Feltrinelli avrebbe detto άντε γαμήσου, che in greco significa… Vabbè, non lo dico perché io sono un signore e lui no.