Un giorno ‘na farfalla spensierata
che svolazzava sola intorno a ‘n fiore
incontra ‘n calabrone de borgata
e je fa, dice, io nun ho avuto amore.
Er calabrone ch’era ‘n solitario
pe certe delusioni der passato
scrive ‘na storia nova sur diario
perché guardannola s’era innamorato.
Chi vola solo nun capisce gnente
nun sa che er volo vero è n’antra cosa
che più lontano vanno certamente
du innamorati fermi su ‘na rosa.
Er Girasole
Un’ape dispettosa e impertinente
cor vizio de volà de fiore in fiore
un giorno pija de petto ‘n girasole
che stava in mezzo a ‘n campo a nun fa gnente.
Tra i fiori che conosco sei er più fesso –
je dice senza giri de parole –
te giri sempre intorno su te stesso
e tutto er giorno cori dietro ar sole.
Tu guardi er monno co la testa china,
rispose er girasole ‘n po’ scocciato,
te posi su la rosa e su la spina
ma er sole ‘n faccia nun l’hai mai guardato
Tra tutti quanti i fiori, invece io
so l’unico a potello guardà ‘n faccia
e se ciò freddo, sai che fa? M’abbraccia!
lo guardo dentro l’occhi e vedo dio.
Me ne vado
Me ne vado da chi non ha tempo,
da chi non si ferma mai,
da chi è troppo impegnato per accorgersi che piango o che rido.
Me ne vado dai bla, bla, bla,
da chi dice bianco e poi fa nero,
da chi promette e non mantiene,
da chi parla senza dare un senso alle parole.
Me ne vado dalle mezze verità, dalle mezze bugie,
dalle mezze amicizie, dai mezzi amori, dalle mezze sofferenze.
Me ne vado da chi non parla e da chi parla troppo,
da chi dice mai, da chi dice sempre e da chi non dice niente.
Me ne vado da chi fa finta di capire,
da chi capisce troppo e da chi non capisce niente.
Me ne vado da chi non fa, da chi non può fare, da chi non sa fare e
da chi non farà mai.
Me ne vado da chi non sa rinunciare e da chi non sa scegliere.
Me ne vado dai ‘se potessi’, dai ‘come si fa’ e dai ‘vorrei ma non posso’.
Me ne vado dalle notti insonni, dai mal di pancia e dal respiro a metà.
Me ne vado dai no, dai ma, dai se e dai forse.
Me ne vado da chi ha bisogno di staccare e da chi non stacca mai.
Me ne vado da chi fa piangere e da chi non sa piangere, da chi non fa ridere e da chi non sa ridere.
Me ne vado da chi non c’è, da chi non può esserci e da chi non ci sarà mai.
Me ne vado dalla vita bevuta in fretta e da quella non bevuta.
Me ne vado da chi corre dietro al nulla e da chi non corre per niente.
Me ne vado dagli errori, dalle virtù, dalle colpe e dal ‘bravo ragazzo’.
Me ne vado da chi rifiuta un regalo, una carezza o un abbraccio.
Me ne vado dagli spacciatori di felicità, dai non sono così, dai non farò mai.
Me ne vado dai falsi sogni, dalle false speranze e dalle false ambizioni.
Me ne vado dal passato che ferisce e dal futuro che preoccupa.
Me ne vado, ma resto.
Resto per chi si ferma, mi guarda dentro e dice ‘stai piangendo’ o ‘stai ridendo’.
Resto per chi è di parola, per chi dice bianco e fa bianco, per chi fa di tutto per mantenere una promessa.
Resto per chi conosce il senso delle parole e le usa come fiori e non come armi.
Resto per gli amici interi, gli amori interi, le verità intere, le gioie e le sofferenze intere.
Resto per chi sa dire le parole giuste al momento giusto, per chi fa la cosa giusta al momento giusto.
Resto per chi capisce, per chi dice posso, faccio e voglio.
Resto per i si, per i sì e per i sì.
Resto per chi sceglie e rinuncia.
Resto per chi mi fa ridere e per chi piange quando piango.
Resto per chi commette degli errori, per chi riconosce le proprie colpe e per chi pensa di essere un cattivo ragazzo.
Resto per chi beve la vita con me a piccoli sorsi o tutta d’un fiato.
Resto per chi cammina col mio stesso passo, e se sta correndo troppo, si ferma e mi aspetta.
Resto per chi mi chiama solo per dirmi “Come stai?”.
Resto per chi si ferma per strada ad abbracciarmi.
Resto per chi si sveglia la notte ad annusare l’odore della pioggia.
Resto per chi mi regala un attimo di felicità, per chi non ha ambizioni se non quella di vivere.
Resto per chi, quando ha bisogno di staccare, mi dice “Stacchiamo?”
Resto per un passato da cullare e un futuro da scoprire.
Er Dirigente
‘N’omo che parla senza èsse sincero
e cerca de fregatte apertamente,
dicenno er nero è bianco e er bianco è nero,
nun è ‘n’omo qualunque, è ‘n dirigente.
Se riconosce dalla posizione
che è quella de chi dice ‘na fregnaccia
da cui nun esce manco ‘n’emozione
perché se guarda, nun te guarda ‘n faccia
Pe quanto me riguarda ormai ho già deciso
che quanno sto davanti a ‘n capoccione
pure se in testa penso ch’è ‘n cojone
in faccia faccio sempre ‘n ber soriso
Davanti ar viso viscido e rugato
der boia che se crede d’èesse dio
co l’aria de chi pensa – T’ho fregato
io rido e penso – T’ho fregato io
Alessandro Capezzuoli
Gallery
Da Montebuono alla val Badia qualche immagine
Baltimora 1692
Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.
Finché è possibile senza doversi abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone.
Dì la verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari ed aggressive, esse opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti. Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto umile; è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii cinico riguardo all’amore; poichè a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l’erba.
Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età, lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l’improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l’immaginazione; molte paure nascono dalla stanchezza, e dalla solitudine.
Al di là di una disciplina morale, sii tranquillo con te stesso. Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che l’universo ti si stia schiudendo come dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca, e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima, pur nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo.
Fai attenzione.
Cerca di essere felice.
Discorso di Kurt Vonnegut
“Se dovessi darvi un solo consiglio per il vostro futuro, allora vi direi: mettete gli occhiali da sole! Perché i benefici dell’impiego a lungo termine degli occhiali da sole sono stati provati scientificamente, mentre tutti gli altri consigli che ho da darvi sono basati, nulla più, sulla mia vagolante esperienza. Comunque eccoli.Godetevi la bellezza e la forza della vostra giovinezza. Fregatevene del resto. Non capirete quella bellezza e quella forza se non quando se ne saranno andate. Ma credetemi quando, fra vent’anni, guarderete le vostre vecchie foto, allora vi ricorderete, in un modo che adesso non potete nemmeno immaginare, quante possibilità c’erano dietro a voi e che fantastico aspetto avevate. Perché, sapete, non siete grassi come credete! Non preoccupatevi del futuro. Oppure, preoccupatevene, ma sapendo che tanto è un gesto inutile. Non vi aiuterà più di quanto masticare un chewing gum vi possa aiutare a risolvere un problema di algebra. I veri problemi della vita tendono ad essere cose che mai prima hanno incrociato le vostre preoccupazioni. Quel tipo di cosa che ti fulmina verso le quattro di un martedì qualunque. Fate, ogni giorno, una cosa che vi spaventi. Cantate. Non siate avventati con i cuori degli altri, ma non tollerate chi è avventato con il vostro cuore. E non perdete il vostro tempo con la gelosia. Vi accadrà di essere in testa, altre volte indietro. È una corsa lunga, ma alla fine è una corsa solo con voi stessi però. Ricordatevi dei complimenti che riceverete e dimenticate gli insulti. Conservate le vecchie lettere d’amore. Gettate via i vecchi estratti conto. Stiratevi spesso! Non sentitevi in colpa se non sapete cosa volete fare della vostra vita. Le persone più interessanti che conosco non sapevano cosa fare della loro vita quando avevano 22 anni. E alcuni dei più interessanti quarantenni che oggi io conosco non lo sanno ancora adesso. Prendete molto calcio. Siate gentili con le vostre ginocchia, quando cederanno vi mancheranno! Forse vi sposerete, forse no. Forse avrete dei bambini, forse no. Forse divorzierete a 40 anni, forse ballerete sul tavolo al party per le vostre nozze d’oro. In ogni caso, non congratulatevi troppo con voi stessi e nemmeno state troppo a borbottare contro voi stessi. Le vostre scelte saranno per metà frutto del caso, è così per tutti. Godetevi il vostro corpo. Usatelo in tutti i modi che potete. Non abbiate paura di lui o di cosa la gente pensa di lui. È il più grande strumento che mai avrete. Danzate, anche se non avete altro posto per farlo che la vostra camera. Leggete le istruzioni per l’uso, anche se non le seguirete. Non leggete le riviste di moda, vi faranno solo incazzare! Sforzatevi di conoscere i vostri genitori, non potete mai sapere quando se ne andranno. Siate gentili con i vostri fratelli e fratellastri. Sono il miglior legame che avete con il vostro passato e quelli che, più probabilmente, vi rimarranno attaccati nel futuro. Cercate di capire che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, pochi, è bene tenerli stretti. Lavorate duro per costruire ponti sulla terra e nella vita, poiché più vecchi sarete più avrete bisogno di gente che vi conosceva quando eravate giovani. Vivete a New York almeno una volta, ma andatevene via prima di diventare troppo duri. Vivete in California almeno una volta, ma andatevene via prima di diventare troppo molli. Accettate alcuni inevitabili verità, tipo: i prezzi saliranno, i politici avranno delle amanti e voi diventerete vecchi. Quando lo diventerete, vi verrà da fantasticare che ai vostri tempi i prezzi erano ragionevoli, i politici persone nobili e i figli rispettavano i genitori. Ah! Rispettate i vostri genitori. Non aspettatevi aiuto da nessuno. Magari avete investito in azione sicure, magari avete una moglie sanissima ma non potete mai sapere quando tutto decide di andare storto. Non sprecate troppo tempo con i vostri capelli! O quando avrete 40 anni vi sembrerà di averne 85! E infine, guardatevi da quelli che vi danno consigli. Ma anche siate pazienti con loro. Dare consigli è un modo di avere nostalgia. È un modo di ripescare il proprio passato dall’oblio e di liberarsene. Riverniciando le pareti brutte e dandogli un valore che prima non aveva. E comunque alla fine, fidatevi di me, mettete sti occhiali da sole! |
Kurt Vonnegut |